sabato 23 settembre 2017

Camminando per Gozo 5 - Walking to Gozo 5


Esplorazioni di Gozo 5
By Anthony Withdown



"Gli occhi vedono cose nuove dove decide l'animo curioso e dove portano le gambe!"
 Anthony Withdown

Settembre 2017  

Qualche settimana fa, agli inizi di settembre, accompagno i miei parenti italiani che sono venuti a passare le vacanze qui a Gozo. E' una bella giornata di mare calmo e mi ritrovo per l'ennesima volta nella rassicurante spiaggia di Ramla Bay. Ho imparato a conoscerla, di norma evito sempre la parte centrale, quella più turistica ed attrezzata, primo perché non mi piace dove si ferma la massa e secondo perché per entrare in mare si rischia di prendere una storta sulle pietre scivolose a pelo d'acqua. La parte sinistra della baia è molto bella, con sabbia e rocce ma è un po piccola e si riempie subito. La parte destra, bella ugualmente è un pò più ampia e selvaggia, a secondo delle maree possono esserci delle alghe nere galleggianti, che la sporcano un pò. Oggi ci sono le alghe, quindi si decide di accomodarci al centro per far divertire i ragazzi con pedalò e simili. Dopo il primo bagno battesimale, lascio nipoti e cognati ai passatempi marini e decido di ripercorrere il versante destro della baia, quello che mi ha portato giorni prima alla grotta sulla collina che domina Ramla Bay. Sopra la grotta c'era un altipiano, da li avevo visto un tratto di costa molto suggestivo. Mi ero ripromesso di visitarlo ed ora è giunto quel momento. Parto con sandali costume e telefonino, trovo subito il sentiero ad una decina di metri sul livello del mare. Supero la casa di "Susy", un abuso edilizio mezzo diroccato con un affaccio incredibile sulla baia. Ritrovo il sentiero che sale per la grotta, lo lascio alla mia destra e continuo sulla costa, devo aggirare il promontorio che delimita la baia e poi andare dove si può. Come al solito dopo pochi centinaia di metri non c'è più anima viva. Il mio destino è sempre quello, andare in solitaria. Non mi lamento, i sensi si esaltano ed io mi perdo e mi ritrovo esaltandomi per la bellezza della natura.

Dopo vari sali scendi tortuosi, scorgo una cosa che inizialmente mi delude non poco. Mi pare di riconoscere i classici segni dell'inquinamento umano. Della schiuma biancastra, bivacca tra le rocce in un mare omerico.

Avvicinandomi nauseato, m'illumino d'immenso. I miei occhi si sbagliavano, non è schiuma schifosa ma un incredibile pietra bianca! Vorrei scendere a toccarla ma c'è un bello strapiombo, e sono ancora all'inizio dell'escursione. 

Continuo, nella passeggiata. Ci sono molte rocce franate che arrivano al mare, e il cammino ha bisogno di molta attenzione anche se la prorompente natura cattura l'occhio ad ogni svolta, distraendo i miei piedi. La costituzione di queste colline gozitane è sempre la stessa, stabilmente precaria. 

Dopo qualche altro scavalcamento roccioso a gattoni, mi si para d'innanzi una visione. Una cosa bianca esce dal mare e come Il capitano Acab di fronte Moby Dick, mi fermo rispettoso ed incredulo...


...dopo il primo attimo di smarrimento, decido: devo arrivare li!


M'inerpico sulle "Rolling Stone" e come Armstrong sulla luna, poso il mio piede su quella materia rocciosa bianca, levigata come la seta.


E' una piattaforma di roccia bellissima, inaspettata, mai visto niente di simile nell'isola, forse in Sardegna, ma mai così morbidamente piatta. Scatto foto all'impazzata, quasi come se tutto dovesse svanire improvvisamente come in un sogno. 





Mi piace immaginare che Ulisse sia passato di qui e su questo letto bianco ci abbia dormito,  avvolto da una coperta di stelle, cullato dal canto del mare.






Vado avanti lungo la costa lunare, ogni tanto mi volto con il timore di non vedere più "Moby Dick", ma sta sempre li, invitante, adagiato nel blu.



Proseguo immerso nei colori, il passaggio immacolato che si getta nel mare verde azzurro è ostruito da grandi massi rossicci, Ci passo sotto, riverente come davanti ad un altare. 




Raggiungo un piano alle pendici di una cascata di terra grigia, sembra una scacchiera tutta bianca con i pezzi rossi sparpagliati da un gigante. C'è una pace e un armonia anche in quell'ordine disordinato.
















Ci sono rocce monumentali, sembra una cattedrale sul mare.
Ai miei occhi e al mio animo, tutto assume una connotazione mistica. Non si può spiegare con le parole, è una sensazione soggettiva, un esperienza privata, trascendentale.




Mi sembra incredibile, ma a poco più di mezzora da qui, ci sono ombrelloni, sdraie, creme solari, palloni, risate, urletti sull'acqua fredda, motoscafi...qui solo il suono del tuo respiro.



E ora di rientrare nella norma, ma ogni immagine che mi si para davanti mi rapisce e m'incatena


Guardo l'ora sono 45 minuti che sono via, saluto e riprendo il percorso a ritroso.


Mi affretto senza fermarmi e quasi senza guardare per paura di pietrificarmi nell'estasi. Rivedo l'entrata della baia con le sue comode certezze. Prima di svoltare il promontorio, c'è una cascata di terra grigia che scende dalla collina, sembra tutto così instabile e provvisorio. Sembra avvertirmi che così è la vita, ma io sono partito un ora fa molto più povero di quanto lo sia ora e quello che ho vissuto in quest'ultima ora, mi da una solidità e una ricchezza mai provata in precedenza. 

E' bello andare con il cuore aperto e la mente curiosa, rispettando la natura, la nostra prima e vera madre.